venerdì 28 settembre 2007


Ciao Mauro

Mauro, ciao

da lontano ti saluto

perchè lontano ormai sono

da quella terra infame

che mi ha visto anni fa

amarla e compiangerla...

io come te, scesi dal nord

per colonizzare? no

per apprendere nuovi valori

nuove emozioni...

ed abbiamo trovato strette di mano

che non conoscevamo

occhi neri fiammeggianti

sopra spalle troppo curve...

abbiamo imparato entrambi

che la nostra rivoluzione

era forte solo nelle idee

e lì tra le baracche del Belice

o tra le saline di Trapani

contavano di più i fatti

o le parole come pietre...

e le tue lo erano

così come quelle di Peppino

cui hai fatto seguito nella mattanza...

dieci anni dopo radio aut

altre parole come pietre

hanno scatenato le belve

per chiuderti la bocca

e nessuno ha ancora scoperto chi...

(Ancona 28/09/88)

...oggi riprendo questi

appunti che avevo dimenticato

e nel giorno che pochi

ancora ti ricordano

posso solo fare il solito bilancio

fallimentare come l'angoscia

che mi ritorna prepotente...

quasi vent'anni son passati

e ancora non si sa

non si vuol sapere...

ciao Mauro, anche tu

un lungo percorso di lotta

per diventare immortale

in terra di mafia...

(Balestrate 28/09/2007) (pubblicato su antologia "siculiana" di Giulio Perrone Editore)


documento dell'associazione "ciao mauro",
letto in apertura della conferenza stampa di ieri pomeriggio, presso la comunità
saman, a lenzi (tp); dove mauro rostagno lavorava, abitava, e di fronte al cui
ingresso è stato barbaramente assassinato nella notte del 26 settembre 1988.
Sei anni fa un gruppo di persone variamente impegnate nel volontariato e nelle associazioni (nell’Arciragazzi e nel Coordinamento per le pace, nell’Arci e nel movimento del commercio equo e solidale, ecc.) decidevano di dare vita ad un evento denominato “Ciao Mauro” per ricordare la figura di Mauro Rostagno in occasione dell’anniversario della sua morte.

Dal quel 26 settembre del 2002, “Ciao Mauro” ha rinnovato anno per anno la memoria di Mauro.

Quest’anno, nel preparare la 6a edizione di “Ciao Mauro”, ci siamo costituiti in associazione con l’intendimento, fra l’altro, di promuovere, di comune accordo con la Comunità Saman, almeno una volta l’anno una manifestazione simile. Peraltro il prossimo anno ricorrerà il ventesimo anniversario della morte di Mauro Rostagno ed è nostra intenzione organizzare un evento più corposo e di respiro nazionale.

Stiamo costruendo un sito internet denominato “ciaomauro.it” ed è nostra intenzione promuovere alcune pubblicazioni su Rostagno.

Ma perché sei anni fa decidevamo di organizzare “Ciao Mauro”?

Erano trascorsi ben 14 anni da quel 26 settembre del 1988, e le indagini condotte degli inquirenti non avevano prodotto alcun risultato. Non si conoscevano né gli esecutori materiali dell’omicidio, né i loro mandanti.

A distanza di 19 anni la situazione è immutata. Né si notano attività investigative che fanno sperare nel prossimo futuro.

L’omicidio di Mauro Rostagno –hainoi!- è uno dei tanti misteri della storia di questa repubblica. In questo caso avvenuto davanti l’uscio di casa nostra.

La sensazione che non si sia fatto ciò che si doveva e si poteva fare è legittima. Possiamo dire, senza tema di smentite, che in questi 19, lunghi, anni le attività investigative sono state caratterizzate per una certa fase da errori, omissioni, ed anche depistaggi; per concludersi con una totale inattività.

Il balletto semestrale della richiesta di archiviazione ci ferisce profondamente, anche perché sappiamo che, seppure le indagini restino formalmente aperte, nei fatti l’attività investigativa è nulla.

Noi non siamo in grado di determinare con certezza quanto di questo comportamento sia da addebitare a scelte precise, a complicazioni oggettive, e quanto a cialtroneria ed incompetenza; ma sappiamo che tutto ciò è molto gradito ai poteri occulti politico-mafiosi locali e nazionali, quei poteri che hanno scelto di togliere di mezzo Mauro perché la sua attività giornalistica dava molto fastidio.

Sappiamo che queste parole sono generiche e che non aggiungono nulla alla concretezza delle cose e, soprattutto, rischiano di suonare come degli sterili slogan.

Ma noi siamo semplici cittadini che intendono partecipare alla vita della comunità manifestando il loro impegno civile e sociale. Non disponiamo di strumenti di indagine particolari.

Non abbiamo “fatti” da raccontare.

Però, insieme a tutti i cittadini, soprattutto quelli trapanesi, una cosa la sappiamo, anche se non disponiamo di prove che possano dimostrarlo. Si è trattato di un omicidio politico-mafioso che ha goduto di molte complicità.

Come diceva Pasolini parlando della strage di Piazza Fontana del 1969: noi sappiamo chi è stato, anche se non possiamo dimostrarlo.

La nostra verità non è giudiziaria, ma è una verità morale. Per certi versi una verità più importante, più “alta”.

Una verità che accomuna tutti i cittadini trapanesi, la verità del sentire comune.

Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicarci al ricordo di Mauro Rostagno. Abbiamo pensato che valesse la pena di impegnarsi per ricordare, soprattutto ai trapanesi quello che era stato il loro amico. Un trapanese per scelta, non per nascita.

Quello strano giornalista che, vestito di bianco, attraverso il video ogni giorno, all’ora di pranzo, raccontava e commentava i fatti locali in una maniera inusuale.

Le notizie dei processi di mafia, delle malefatte dei politici locali e dei potenti di turno venivano raccontate in modo compiuto e comprensibile. Anche la cronaca era raccontata in modo compiuto, ma, nello stesso tempo, rispettoso dell’umanità dei protagonisti. Le interviste erano condotte in modo intelligente e passionale.

Spesso Mauro usciva fuori dagli schemi, come quando, in modo del tutto naturale e commovente, chiuse con un bacio l’intervista alla mamma del giovane Antiochia, un poliziotto ucciso da criminali mafiosi.

Parole roboanti e proclami irrinunciabili riguardanti una lotta alla mafia gridata, ma non praticata quotidianamente, assumevano per i cittadini trapanesi il sapore delle frasi vuote e di circostanza, irrimediabilmente ipocrite.

Mentre Mauro dalla scatola magica di una piccola tv locale diceva cose concrete che nuocevano agli affari e agli intrighi dei mafiosi e dei potenti, perché erano una iniezione di autentica fiducia per il cittadino/spettatore.

Noi pensiamo, insieme a Mauro, che i cittadini sono capaci di indignarsi e di esprimere il loro dissenso se acquistano fiducia. Senza fiducia il cittadino pensa che è meglio farsi i fatti propri e lasciar fare ai mafiosi e ai potenti. “Calati iunco, ca passa la china” dice il vecchio detto siciliano. E Mauro lo conosceva bene.

Questo è stato Mauro per i trapanesi: uno tsunami sotto un cielo plumbeo di conformismo e rassegnazione, che con la sua onda lunga incitava i trapanesi a guardarsi intorno e a diventare protagonisti del loro futuro. E per questo noi vogliamo ricordarlo ai trapanesi, perché continuino ad avere fiducia nella possibilità di vivere in un mondo che valga la pena di essere vissuto, con semplicità e null’altro.

Noi non vogliamo ricordare Mauro con i toni dei grandi giornalisti calati a Trapani dopo l’omicidio a spiegare cosa andava fatto (da tutti noi) e cosa avrebbero fatto (loro) dall’indomani, per poi tornare a dedicarsi alle loro folgoranti carriere senza alcun rischio. Noi non vogliamo ricordare Mauro con i discorsi e gli impegni dei grandi uomini politici in cerca di un palcoscenico su cui esibirsi.

Noi non vogliamo ricordare Mauro con le promesse infedeli dei “trentini” che annunciarono improbabile catene umane.

Noi pensiamo che il ricordo di Mauro deve essere rappresentato da quanto c’è di meglio nella nostra comunità, da tutti quei cittadini che hanno fiducia in un futuro diverso.

Gli appuntamenti annuali di “Ciao Mauro” sono stati immaginati come un palcoscenico sul quale si potessero esprimere liberamente le ragazze e i ragazzi di Trapani e quelle persone impegnate nel teatro, nella danza, nella musica, nella poesia e in tante altre attività che sono la negazione della prepotenza e della sopraffazione mafiosa e non.

La 1° edizione di “Ciao Mauro” si è svolta in uno spazio straordinario gonfio di sofferenza. All’interno, cioè, del parco dell’ex manicomio. E dunque all’interno di uno spazio ormai liberato che fu di dolore e deportazione, ragazze e ragazzi hanno ballato, suonato e recitato con gioia e partecipazione, ascoltando con commozione e curiosità le testimonianze di chi aveva conosciuto Mauro e con lui aveva lavorato quando era in vita.

In quella occasione è stato proiettato il video di Gianni Lo Scalzo sulla vita di Mauro. Si tratta di un video bellissimo e commovente, raccontato in prima persona dalla voce fuori campo dello stesso Mauro. E’ un documento straordinario di un geniale compagno “trentino” di Mauro, anch’esso purtroppo scomparso.

Tutto questo, ne siamo certi, sarebbe piaciuto a Mauro che era stato ragazzo, e che con i ragazzi ci sapeva stare.

La seconda e la terza edizione di “Ciao Mauro” si sono svolte presso il Teatro San Barnaba di Valderice, in collaborazione con quel comune che ha per sindaco una ragazza di allora che ha amato Mauro insieme a noi.

La quarta edizione si è svolta, invece, quasi interamente presso la Comunità Saman di Lenzi, perché si è voluto rappresentare fisicamente la comunanza di sentimenti e memoria con chi ha vissuto un pezzo importante della propria vita insieme a Mauro.

In quella occasione è stato proiettato il video di Alberto Castiglione che racconta in modo egregio l’attività di Mauro giornalista a Trapani.

La quinta edizione si è svolta in un luogo che i ragazzi amano frequentare, la Casina delle Palme, ed ha assunto la forma della festa giovanile. Si è trattato in buona sostanza di un concerto di gruppi rock, preceduto da alcune letture di giovani attori.

Le ultime tre edizioni hanno visto la partecipazione di un caro amico di “Ciao Mauro”, l’attore Renato Scarpa che ha dato un originale contributo con i suoi interventi e con il materiale video da lui selezionato. Per l’impegno personale offerto da Renato Scarpa alla nostra attività, lo abbiamo chiamato a ricoprire la carica di Presidente dell’Associazione Ciao Mauro.

E veniamo alla sesta edizione quella in corso che ci vede impegnati ancora una volta presso la Comunità Saman, composta da quelle persone che ormai noi consideriamo le nostre sorelle e i nostri fratelli per l’idealità che ci accomuna.

Questa edizione sarebbe piaciuta ancora molto, ne siamo certi, a Mauro perché si concluderà presso lo spazio dell’ex manicomio dove verrà rappresentato uno spettacolo teatrale messo in piedi dalla Compagnia Icaro composta da detenuti del carcere di Favignana. Si tratta della trasposizione scenica della novella di Capuana “il Re Tuono”. Al di là dei significati del testo che abbiamo già apprezzato in altre occasioni, ci preme sottolineare che non è casuale per noi l’incontro fra disagi diversi, tra percorsi di sofferenza umana concreta. La tossicodipendenza e l’alcolismo, la segregazione del carcere e del manicomio. Si tratta, infatti, di diversi aspetti del disagio sociale, che si intersecano spesso fra loro, e che Mauro, insieme a noi, ha dipinto come “l’inferno”. Certi che un percorso di liberazione sia possibile, noi, insieme a Mauro, pensiamo che chi ha vissuto questo disagio meriti il “paradiso”. Noi intendiamo provare a lavorare anche per questo.

Associazione “Ciao Mauro”, Trapani

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