sabato 16 aprile 2011

nel nome di Peppino

cari ragazzi, compagni o amici, comunque ci si voglia chiamare, oggi nel giorno del mio 68° compleanno, quindi dall’alto della mia saggezza da vecchietto, vi scrivo queste righe accorate , ma foriere di speranza. Sono giunte alle mie stanche orecchie notizie terrificanti, orripilanti e drammatiche, ancora peggiori per la mia sensibilità delle ultime nefandezze di Berlusconi.
Si dice che nel nome di Peppino, ci sia in atto una scissione tra gruppi, associazioni, individui  che ne conservano il nome e il patrimonio di memoria. Cioè per celebrarne il ricordo e l’esempio, si arriverebbe all’assurdo di creare due fronti diversi e divisi. Non so da cosa e perché. Comunque nulla e niente potrebbe giustificare una simile corbelleria. D’accordo che la sinistra in genere gode di questa particolare capacità: dividersi sempre e comunque, sempre di più, sempre in pezzetti più piccoli e innocui, dimostrando di non aver appreso nulla dalla storia e dall’esperienza, e facendo così eterni regali agli avversari. Spesso queste scissioni nascono nel nome della purezza ideologica e alla dura intransigenza nell’applicarla, nella critica esasperata di altre posizioni che può anche nascondere sentimenti inconfessabili di rivalità e invidie varie, che si accompagnano a velleità di primeggiare che finiscono per far perdere chiarezza ai contorni della realtà.
Mi permetto di dire queste cose perché la mia vita è stata tutta o quasi, cominciando dagli anni 60, all’insegna della lotta e del no ai compromessi di qualunque natura, ma spesso seguendo e applicando la grande lezione del Fronte Unito, o Comune, o del banalissimo : l’unione fa la forza, ho cercato di uniformarmi a questo principio, quando la condizione dello stato delle cose lo richiedeva. Qualche volta bisogna ammorbidirsi per ottenere un risultato importante che con la sola
adamantina purezza ideologica non si otterrebbe. Ovviamente senza dover per questa tattica delle alleanze perdere di vista l’obiettivo finale o rinnegare la propria natura. Ma in questo caso non credo che si sia in presenza di situazioni alla Scilipoti, per intenderci, e al caso grave che una parte abbia tradito ignominiosamente. Allora mi chiedo e lo chiedo a Giovanni, che nel nome del fratello dovrebbe avere la massima cura a non farsi sfuggire la situazione di mano, lo chiedo a Umberto che con l’importante lavoro del Centro ha contribuito ad elevare il nome di Peppino a livello internazionale, e poi lo chiedo a Salvo e a tutti i compagni di Radio Aut se non sia il caso di applicare quella regola che dicevo prima del Fronte Unito per evitare di fare danno, di creare una situazione enorme di confusione e smarrimento in tutti coloro che da ogni parte del Paese sono venuti a Cinisi con passione e coraggio, facendolo diventare un punto centrale di riferimento della lotta alla mafia e all’illegalità diffusa.
Vi chiedo se vi rendete conto che una divisione fra chi il 9 maggio parlerà e si attiverà nel nome di Peppino farà solo ridere i suoi nemici, quelli che lo hanno massacrato, e che sono ancora i nostri temibilissimi nemici, e farà piangere Peppino e Felicia, e piangerò anch’io perché non saprò dove e con chi andare, e non riuscirò più a scrivere poesie per loro.
Vi prego riflettete.  Si è sempre in tempo a correggere il tema prima di consegnarlo. Ammettere di aver sbagliato è la più grande manifestazione di coraggio e di saggezza.

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