martedì 6 dicembre 2016

Un voto conservatore









   Bene, la volontà popolare si è espressa, ma quale popolo? Quello che nel Colosseo gridava a morte i gladiatori o i cristiani? Il popolino si sa è beota, quando ragiona con la pancia o con la rabbia, ma non è rivoluzionario. Per la rivoluzione ci vogliono le avanguardie pensanti. E l’Italia del dopo referendum ha nel 40% di Si, i rivoluzionari, nel 60% della maggioranza, la conservazione. 
   Certo, hanno votato per il No molti giovani, compresi i miei nipoti, perché incazzati per la mancanza di lavoro e per le prospettive buie del futuro, ma cosa credono di aver ottenuto con questo voto di rabbia inconsulta, se non un gran salto nel buio?
   Per una volta mi tocca dar ragione a quel forsennato di Vittorio Sgarbi che sostiene che ha vinto Renzi e il Pd, con un ragionamento di una lucidità disarmante. In effetti, il 40% è tutto in gran parte del solo PD, mentre il 60 va diviso fra l’orribile accozzaglia.
   Io non è che ami alla follia Renzi e il suo governo, che certamente ha fatto non poche cose discutibili, a volte anche costretto da un governo sorretto da Alfano, tanto è vero che ero inizialmente deciso a non votare, ma con riferimento a ciò che dice il vecchio saggio: meglio il meno peggio che il tanto peggio, e memore dello sfacimento del ventennale nero, ho preferito dare il mio Si, non tanto sul merito della riforma, se non in parte, quanto contro il No dell’accozzaglia.
   La quale accozzaglia di fascisti, leghisti, razzisti e pure ultrasinistri, (che ormai hanno definitivamente perso la loro identità rivoluzionaria, diventando sempre più asfittici e poca cosa), ha convinto quella parte di cittadini delusi e incazzati a dare il voto per far cadere Renzi e il suo governo. 
   Il merito della riforma, anche qui, non esiste, è stato solo il pretesto per la lotta politica e mi spiace che oltre ai poco informati, ai babbioni, e ai veri interessati, i senatori a rischio, e chi aveva vendette da fare come i D’Alema, ci siano cascati molti giovani confusi.
   Ora la horrorcoalition che farà, che può fare, viste le enormi, incredibili differenze sostanziali tra un Salvini e un Fratoianni, tanto per dire?  Si metteranno intorno a un tavolo a fare una briscola, aspettando il giorno delle elezioni per continuare a mangiarsi l’enorme pagnotta che gli paghiamo tutti noi, senza avere nessuna intenzione o capacità di risolvere i problemi di quei giovani che hanno abboccato. 
   Certo, qualche speranza potrebbe venire dal nebuloso, a volte, pianeta dei 5 stelle, che qualche buona idea teorica l’hanno, ma che ancora sembrano alunni dell’asilo quando si tratta di metterle in pratica.  Intanto una legge elettorale, che per una volta sembrava buona per scongiurare i governicchi alla Prodi, ricordate?  con il rischio continuo che uno starnuto del più piccolo partitino li facesse cadere, sarà cambiata per gli interessi, appunto, dei piccoli futuri possibili giustizieri.
   E vi è pure l’incubo che possa ritornare ad alzare la cresta il Cavaliere Nero, che ancora non ha tirato gli ultimi, anche se sarà tutto da vedere lo scontro tra leghisti e forzisti!
   Peccato poi che, malgrado tutto, Matteo Renzi aveva cominciato a contare qualcosa di più di uno sberleffo in Europa, e stava lottando strenuamente sulla questione emigrati. Ora rialzeranno la testa i fautori del Respingimento comunque, anche a cannonate. Evviva, si prospetta un radioso avvenire!
   Anche nell’ambito delle politiche europee ci si prepara un radioso avvenire di destra razzista alla Le Pen, che farà il paio con quello che ci aspetta dall'America di Trump, e per fortuna che gli austriaci si sono rivelati più saggi e coscienti di quanto si temesse.
   Comunque alla fine di questa mia riflessione, amara, non posso che concludere con una specie di profetico monito che ho spesso ripetuto ai fautori del No: un giorno vi pentirete amaramente di aver votato insieme all’orribile accozzaglia!
Ad ogni modo, chi vivrà vedrà!

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