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Ah! Quante cose
belle caratterizzano il nostro BelPaese! Innanzitutto, la solidità e
affidabilità delle costruzioni, sia edifici che crollano alle prime scosse di
terremoto, sia strade e manufatti, come cavalcavia e ponti, che crollano con o
senza terremoto. Quello di Fossano nel Cuneese del 18 Aprile, è l’ultimo di nove crolli, fra ponti,
cavalcavia e tratti di strada, dal 2004 ad oggi. Tanto per dare delle cifre che
confermano la preoccupante instabilità di opere in cemento poco armato, che solo le analisi del dopo, scoprono gravate spesso da
varie magagne nella costruzione, tipo sabbia di mare o cemento magro e così
via, che sottendono comunque al metodo tipico della realizzazione di opere
pubbliche, basato su corruzione, mazzette, lievitazione dei costi, e in ultima
analisi, totale menefreghismo del benessere pubblico.
La situazione
delle strade, poi, provinciali o comunali, cominciando dalla Sicilia, è
disastrosa. Basta avventurarsi in una delle strade dell’interno, sulle Madonie,
fra i vari Paesi più o meno montani per rendersene conto. Come sempre, le autorità
fanno promesse di interventi, che poi latitano. Lo scorso anno la CGIL ha
presentato un dossier specifico sul problema, ben documentato da un viaggio su
circa mille chilometri di una rete stradale fatiscente, senza manutenzione, con
strade in molti tratti franate, scoscese, impercorribili. Lo studio che si
proponeva di suggerire l’impiego di un centinaio di milioni a disposizione in
tre anni per la manutenzione stradale, indicava tra l’altro: “ Ci sono cartelli
che annunciano l’inizio e la fine di lavori, mai eseguiti. E strade franate
chiuse al transito ma solo sulla carta: le auto passano lo stesso. Sono solo 40
i cantonieri nell’organico della ex
Provincia, che si occupano della manutenzione di circa 2.300 km di strade
provinciali”.
A tutt’oggi non
c’è alcun segnale che detto studio sia stato opportunamente utilizzato.
Altro punto dolente, è l’attuale modo di
comportarsi sulla strada, che va per la maggiore, da parte degli automobilisti.
Si sta parlando in questi giorni di una proposta di legge, o di un decreto, che
dovrebbe inasprire le pene, fino alla sospensione della patente, per chi
contravvenendo alle regole del codice, favorisce con il proprio comportamento
il verificarsi di incidenti. In
particolare si è notato l’incidenza dell’uso del cellulare mentre si guida, che
la maggior parte delle persone non si rende conto di quanto sia pericoloso e di
quanto influisca sulla distrazione. Da uno studio sul tema: “Quando siamo
distratti, magari per leggere e rispondere a un messaggio, dare una sbirciata
alle proprie pagine social o c’è chi addirittura si scatta un selfie, i tempi di reazione si
riducono del 50%: questo vuol dire che abbiamo la metà del
tempo per reagire a un evento inaspettato. Leggere un messaggio su WhatsApp
mentre guidi equivale a percorrere 100m alla cieca, farsi un selfie anche 200m”.
Secondo i dati Istat e Aci, nel 2014 la distrazione è stata causa del 16,9% degli
incidenti totali.
A questo io
aggiungerei il gran numero di autisti scriteriati che sempre più spesso, in
autostrada ti sorpassano a destra sgusciandoti poi davanti con la massima
noncuranza. Ebbene, speriamo che aumentino le pene per i trasgressori, ma ci
vorrebbe anche un adeguato sistema di controllo per beccarli!
Altro
bell’aspetto del nostro vivere, è lo scandaloso divario tra gli stipendi e i
redditi della maggioranza dei cittadini, ovviamente con diverse gradazioni, e i
guadagni dei dipendenti pubblici, di alcuni settori in particolare. La Rai, ad
esempio, a cui si deve pagare un canone anche se magari uno manco la considera,
elargisce compensi d’oro ai vari mezzibusti, come si diceva una volta, che appaiono sullo schermo.
La Stampa ha pubblicato una lista che fa
veramente, “girare i cabasisi” come direbbe il bravo Camilleri. Qualche cifra: Antonella
Clerici: la
conduttrice de “La prova del cuoco” ha un contratto in esclusiva per due anni
pari a 3 milioni di euro lordi,
ovvero 1,5 milioni all’anno. Flavio
Insinna: con i pacchi di “Affari tuoi” 1 milione e 420mila euro all’anno. Bruno Vespa con 1,8
milioni di euro più un altro milione di conguaglio, Carlo Conti, per la sua terza conduzione di Sanremo, porterà a
casa 650mila euro, 100mila in più rispetto alla precedente edizione.
Questo solo per dare qualche esempio
più eclatante, poi ci sono quelli che, meschini, guadagnano sotto al milione. Indubbiamente
sono tutte persone illuminate dalla buona stella, grazie al loro eccezionale
talento! E poi parlano di crisi, di debito pubblico in aumento, mentre ai
normali cittadini si chiedono sacrifici e i pensionati sotto a 750€ mensili
sono più del 60%.
E per ora mi fermo qui.
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